
Laureato in Fisica all’Università di Pavia, è assunto nel 1955 da Olivetti. Ha fatto parte del primo nucleo di progettisti costituente il Laboratorio di Ricerche Elettroniche di Barbaricina. Ha contribuito alla progettazione dei primi computer Olivetti, dalla Macchina Zero fino ai modelli successivi della serie ELEA. Nel 1962 diviene responsabile della ricerca scientifica all’interno del Laboratorio Ricerche Elettroniche (LRE) Olivetti, conducendo ricerche sui circuiti integrati, su dispositivi superconduttori e su memorie ottiche associative. Continuerà ad avere un ruolo di spicco anche all’interno della Divisione Elettronica Olivetti (DEO), in Olivetti General Electric e negli sviluppi successivi, in Honeywell e Bull. Il primo brevetto risultante dalla ricerca per la Macchina Zero fu assegnato nel 1957, riguardava la memoria di lavoro e porta il suo nome. Nell’intervista racconta degli anni pisani e degli scherzi del membro canadese del team Olivetti, Martin Friedman, dell’origine del suo soprannome Flip inventato da Elisa Montessori, moglie di Mario Tchou, il direttore del Laboratorio, e dei suoi incontri a Pisa con Adriano e Roberto Olivetti.
CLIP VIDEO
- “I ragazzi di Barbaricina” (1m19s)
- “La Macchina Zero” (1m59s)
- “Martin Friedman, signore degli scherzi” (2m43s)
- “Adriano e Roberto Olivetti” (2m25s)